Vi ho presentato varie letture del giardino secondo i principi delle più diffuse religioni e usanze giapponesi, ma c’è un’altra religione, diffusissima, che è specifica del paese: lo Shintoismo.

Come si può interpretare il giardino secondo gli insegnamenti shintoisti?

Shintoismo

La sacralità della Natura è uno dei principali precetti di questa religione, autoctona del Giappone a differenza delle altre che sono state importate, specialmente dalla Cina. Le pratiche e i rituali shinto permeano tutta la vita dei giapponesi, anche se si professano buddhisti, cristiani o altro.

Un altro precetto shinto è che bisogna avere un sentimento di riconoscenza verso gli antenati perché senza di loro noi non esisteremmo.

I kami, spiriti o esseri superiori protettori di luoghi, dei cicli stagionali e anche delle attività umane, possono risiedere in elementi naturali come alberi, rocce, fiumi, cascate, radure tra i boschi, luoghi che vengono identificati con corde di fibra intrecciata o con la presenza di massi che delimitano l’area sacra.

Giardino dei kami

La cornice rettangolare di ciottoli bicolori è la corda intrecciata che racchiude e delimita l’area sacra dove sono presenti i kami.

Nella zona chiara l’acero, che cambia il colore delle foglie al passare dei mesi, simboleggia il kami che soprassiede ai cicli stagionali, mentre in mezzo al mare di brecciolino chiaro la roccia-barca si dirige verso il faraglione dove risiede il kami protettore della pesca.

Nell’altro versante la roccia bianca circondata da anelli di alte onde rappresenta il kami del mare.

L’ulivo, potato in una forma rotondeggiante, è la dimora dei kami degli antenati. La memoria della loro immagine non cambia nel nostro ricordo, come rimane costante il colore delle foglie dell’ulivo.

In lontananza il profilo di uno dei kami più venerati ed amati dai giapponesi: il monte Fuji.

 

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