Campagne referendarie

 

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Campagne referendarie

Referendum Nucleare

Nel 2008, dopo 24 anni dal categorico no espresso dal 79% dei cittadini alla presenza delle centrali nucleari sul territorio italiano nel referendum del 1987, l’allora governo Berlusconi riaprì agli investimenti sull’energia derivante dall’atomo.

Nacquero comitati spontanei di cittadini e associazioni (qui un articolo del nostro vecchio blog) che, oltre a raccogliere oltre 1,4 milioni di firme per la presentazione dei quesiti referendari, parlarono con la gente, facendo controinformazione sulla gravità dei rischi del nucleare, legati ad eventuali incidenti e alla difficoltà nello smaltimento delle scorie. In quella campagna informativa, i Circoli di Legambiente ebbero un ruolo centrale, proprio perché la lotta contro il nucleare è uno dei valori fondanti dell’associazione.

Sul fronte opposto, la battaglia referendaria fu combattuta con un massiccio dispiegamento di forze da parte delle lobby dell’atomo, che schierarono mass media, opinionisti e volti noti della politica a favore del nucleare, che veniva proposto come un’alternativa, efficiente e a basso impatto ambientale, all’uso dei combustibili fossili.

Il nostro Circolo di Legambiente, dalla primavera del 2010 fino ai giorni del voto referendario del 12 e 13 giugno 2011 si attivò fortemente sia nella raccolta delle firme sia nella sensibilizzazione, tramite banchetti informativi davanti alle scuole, presso i mercati, alle fermate delle metro. Organizzò inoltre una serie di flashmob e partecipò ad incontri sul tema (qui un articolo del nostro vecchio blog) e ad imponenti manifestazioni che ebbero una notevole eco.

In particolare:

la partecipazione il 23 marzo alla manifestazione Nazionale contro il Nucleare e per l’Acqua Pubblica

la catena umana del 17 aprile attorno alla centrale di Borgo Sabotino

la catena umana del 22 maggio sulla spiaggia di Montalto di Castro

il flashmobdel 4 giugno a Viale Marconi

 

Tutte attività che mostrano la continuità e la qualità del nostro impegno.

Il disastro nucleare di Fukushima, dell’11 marzo dello stesso anno, rafforzò la già enorme campagna di comunicazione dal basso messa in atto dai vari comitati e portò ad un risultato storico.

Il 12 e il 13 giugno del 2011, nonostante i ripetuti inviti espliciti da parte del Governo all’astensione, votarono il 57% degli aventi diritto e il 95% dei votanti si espresse a favore del Sì all’abrogazione del nucleare.

Referendum Acqua Pubblica

Della stessa tornata referendaria facevano parte anche i 2 quesiti ammessi sull’acqua pubblica proposti dal Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua: il primo contro la privatizzazione della gestione del servizio, ed il secondo chiedeva l’abrogazione della possibilità di trarre profitto attraverso il sistema tariffario.

L’acqua, come l’aria, è un bene indispensabile per la vita e dev’essere garantita a tutti con un’ottica attenta alla conservazione e alla qualità di questa preziosa risorsa che non può essere soggetta a commercializzazione a favore di privati.

La posta in gioco era altissima, se è vero, come dicono gli esperti del settore che, a causa degli sconvolgimenti climatici, la crisi idrica globale rischia di diventare 100, 1000 volte più disastrosa della crisi energetica.

Anche in questo caso, l’azione dell’allora Governo Berlusconi a sostegno dei gruppi di potere coinvolti fu spudorata e palese. Ancora una volta il governo tentò“un depotenziamento del voto”, con l’introduzione, nel decreto Sviluppo, della norma sull’Authority per l’acqua, per indurre meno gente ad andare a votare ed evitare il raggiungimento del quorum.

Il ruolo dei comitati e dei cittadini in contrapposizione al potere martellante dei media fu centrale. Il Circolo Garbatella di Legambiente entrò nel Coordinamento per l’Acqua Pubblica, impegnandosi sul territorio sia per la raccolta delle firme sia per il lavoro capillare di informazione ai cittadini.

In particolare:

Partecipò il 26 giugno alla manifestazione nazionale per l’acqua pubblica e contro il nucleare

Organizzò l’8 maggio una pedalata nel centro di Roma a sostegno dei referendum

il 4 giugno un flashmob a Via delle Muratte al Corso

il 10 giugno il “funerale del nasone” davanti alla stazione ferroviaria della Piramide.

Il quorum per i due quesiti sull’acqua venne raggiunto e la proposta referendaria passò con circa il 95% dei consensi.

La felicità per il non scontatissimo risultato ci fece riversare nelle strade per per festeggiare la straordinaria vittoria a Piazza della Bocca della Verità. Una scelta non casuale, che trova nel nome del luogo lo spirito che animò tutti noi, quello di smascherare e fermare le bugie delle lobbies del nucleare e dell’acqua e dei politici compiacenti.

Qui un articolo del nostro vecchio blog sull’esito referendario.

Referendum Trivelle

Il 17 aprile del 2016 gli elettori dovevano decidere se limitare l’estrazione degli idrocarburi dai fondali marini, entro 12 miglia dalla costa, cioè più o meno a 20 chilometri da terra, al termine della concessione oppure ad esaurimento del giacimento. Non sarebbe cambiato invece nulla per le perforazioni su terra e in mare oltre le 12 miglia, che possono proseguire senza scadenze, né ci sarebbero state variazioni per le nuove perforazioni entro le 12 miglia, già proibite dalla legge.

A gestire le piattaforme che rischiavano di chiudere per via del referendum era soprattutto l’Eni. La compagnia di Stato italiana è azionista di maggioranza di 76 impianti sui 92 totali, mentre la francese Edison ne possiede 15 e l’inglese Rockhopper1.

Questo referendum fu promosso da tutte le regioni della costa Adriatica, a cui si unirono Liguria e Sardegna, a causa dei rischi ambientali per l’ecosistema marino e terrestre delle nostre coste. La fase di estrazione può infatti comportare il rilascio di oli, greggio, metalli pesanti o altre sostanze inquinanti i cui effetti dannosi, per l’uomo e per la fauna marina, verrebbero enormemente amplificati dalla natura del mar Mediterraneo, tendenzialmente “chiuso”, specie l’Adriatico, maggiormente coinvolto dalle trivellazioni.

Anche in questo caso l’impegno dei comitati Stop Triv e delle associazioni ambientaliste fu notevole anche in coerenza con gli obiettivi di riduzione delle emissioni da fonti fossili, causa dei cambiamenti climatici al centro anche del dibattito alla conferenza sul clima COP21 di Parigi del dicembre 2015.

Qui un articolo sulla “chiamata alle armi”.

Il Circolo Garbatella di Legambiente partecipò alla campagna in modo convinto. Era presente al flashmob al Pantheon il 18 marzo, 10 giorni dopo fece informazione fra i partecipanti alla Festa di Primavera al Parco Garbatella esponendo anche una trivella al centro del Parco; la stessa attivitàè stata ripetuta a Pasquetta il 28 marzo; Il 7 aprile organizzò un’Assemblea pubblica sulle “Politiche energetiche e stili di vita”, il 10 aprile fece propaganda per il referendum fra il pubblico che assisteva alla Maratona di Romae il 16 aprile partecipò con i comitati No Triv al flashmob all’Eur sotto il palazzo dell’Eni.

Anche questa volta il risultato non era affatto scontato o, meglio, lo era ma in senso negativo. Infatti il 17 aprile del 2016 non venne raggiunto il quorum e le trivelle nei nostri mari fanno ancora brutta mostra di sé.

La lotta continua leggi:

https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/01/08/trivelle-lallarme-di-legambiente-non-solo-ionio-anche-adriatico-e-canale-di-sicilia-a-rischio-stop-a-96-richieste/4882631/

https://www.legambiente.it/trivelle-greenpeace-wwf-e-legambiente-scrivono-al-ministro-patuanelli/

 

Un po’ di foto e video del nostro impegno nelle varie campagne referendarie

Un flash mob antinucleare fatto a Viale Marconi per la campagna referendaria del giugno 2011.

Manifestazione antinucleare a Montalto di Castro per la campagna referendaria del giugno 2011.

Manifestazione antinucleare e per l’acqua pubblica a Roma marzo 2011 per la campagna referendaria del giugno 2011.

Flash mob antinucleare a piazzale Ostiense per la campagna referendaria del giugno 2011.

Catena umana NO NUKE a Montalto di Castro per la campagna referendaria del giugno 2011.

Un flash mob contro la privatizzazione dell’acqua fatto nei pressi di Piazza Colonna per la campagna referendaria del giugno 2011.

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