Un 25 aprile intenso ed emozionante per celebrare gli 80 anni della Liberazione dal nazifascismo.
Ha introdotto l’incontro Anna Maria Baiocco con un ricordo, per lei tra i più emozionanti, degli anni postbellici, anni difficili ma che, in maniera del tutto naturale, hanno visto l’incontro e la “scoperta” dell’uno con l’altro. L’altro che fino a poco prima si guardava con sospetto o anche semplice diffidenza, l’altro con cui invece, nei momenti difficili, si riuscì a solidarizzare e a mitigare le sofferenze.
Sotto il grande leccio dedicato al partigiano Primo De Lazzari, la moglie Serena d’Arbela ha letto alcuni brani particolarmente significativi della vita dei ragazzi partigiani, tratti dal libro di Primo “Una quercia sottile”, e poi una poesia da lei scritta, “Il sorriso di Hermes”, un adolescente trucidato a Bassano del Grappa.
Dai ricordi sulla Resistenza è naturalmente scaturita un’amara riflessione sui numerosi conflitti che affliggono il mondo, alcuni tristemente noti altri, ormai, quasi dimenticati.











A dar voce alla immane tragedia del popolo palestinese Dina Abed, ragazza Italo-palestinese con poesie dell’inizio del secolo scorso e di altre più recenti.
Pierre Bresolin con la lettura di “Per Gaza” di Pietro Ingrao ha testimoniato che c’è stato anche chi, non unico, pur non avendo vissuto in prima persona quella tragedia l’ha “sentita” profondamente sua e ne ha voluto dare testimonianza.
Serena Luciani ha ricordato il genocidio degli armeni del 23-24 aprile 1915 e ha recitato una filastrocca di “Resistenza”.
Rosella Amici ha letto le opere di due poetesse ucraine.
Poi Serena e Pierre hanno ricordato altri conflitti alternandosi alla lettura di poesie ruandesi, iraniane e curde.
Pierre ha concluso la rassegna con la poesia di Maria Jatostiķ “La ballata della vita e della morte”.
È intervenuto poi Tommaso D’Alessio, che ci ha parlato della nostra Costituzione, definita la più bella del mondo. Ed è tale in quanto frutto della Resistenza, frutto degli eroi che combatterono non solo contro la dittatura e il regime, ma anche contro il comune sentire e pensare dei loro stessi connazionali.
E ciò che li animava erano valori immensi: LIBERTÀ, GIUSTIZIA, UGUAGLIANZA, FRATELLANZA. Da nazione sconfitta, con un oscuro futuro davanti, grazie alla lotta dei resistenti e ai valori universali che li animarono, fu inevitabile l’avvio del processo democratico con l’individuazione dei principi fondamentali della democrazia stabiliti nella nostra Costituzione.
È seguito poi il commento in cui sono state evidenziati gli ostacoli di natura economica e politica che si sono frapposti alla sua applicazione. Tuttavia, anche oggi, i suoi articoli continuano a mantenere la loro validità e rappresentano un forte baluardo contro le tentazioni autoritarie.
Ha ripreso poi la parola Anna Maria Baiocco che ci ha delucidati sul DDL sicurezza e sulle enormi limitazioni alle nostre libertà che comporterà la sua applicazione.
Infine, Caterina Serra della Spi Cgil Garbatella ha avviato la campagna referendaria (si vota l’8 e 9 giugno) spiegando che i 5 SÌ serviranno a:
1- cancellare il Jobs Act
2- contrastare la precarietà
3- porre fine ai licenziamenti ingiusti
4- garantire più sicurezza sul posto di lavoro
5- riformare il diritto alla cittadinanza.
Terminati gli interventi ci si è poi spostati sotto il nostro imponente bagolaro dalla chioma accogliente e dalle radici forti e profonde che ben simboleggia il messaggio ecumenico di Papa Francesco, rivolto agli ultimi, unica voce autorevole a richiedere instancabilmente la fine di tutte le guerre, sia quelle tra gli uomini sia, con la sua enciclica “Laudato sì”, quella dichiarata dagli uomini a Madre Natura.
Si è poi tornati al tema principale della giornata con le canzoni della Resistenza, coi ‘I Cori uniti” l’unione tra il Coro Cigognolo e il Coro Sgarbatello diretti con passione da Nora Tigges, per arrivare al gran finale con una sentita “Bella Ciao” a cui si sono aggiunti tutti i presenti.
L’incontro si è concluso con un brindisi alla memoria della Resistenza, dei suoi eroi e dei suoi valori, sempre attuali che dovrebbero essere il faro di ciascuno di noi ma che si riscoprono da tutelare perché il dono che ci hanno dato gli eroi di allora, ovvero la democrazia, è di nuovo vacillante.
ORA E SEMPRE RESISTENZA!